RECENSIONE E BILANCIO THE VOICE KIDS: CONTINUA IL SUCCESSO DEL MARCHIO THE VOICE
Dopo il successo senza se e ma di “The Voice Senior”, è stato proposto al sabato sera su Rai 1 un altro spin off del format in due puntate: “The Voice Kids”. Era da tempo che non vedevamo i bambini in prima serata. Un tempo infatti, basti pensare alla stessa Clerici con “Ti Lascio Una Canzone” oppure “Io Canto” su Canale 5 con la conduzione di Gerry Scotti, questo genere di programmi era sicuramente più coltivato e preso in considerazione. Mettere al centro i bambini è un’opera piuttosto complessa, anche e soprattutto per evitare un’inevitabile demagogia che inevitabilmente portano davanti allo schermo; e in più, allo stadio attuale del piccolo schermo, puntare sulla generazione più giovane ha una buona dose di rischio, considerando il difficile riscontro che solitamente ha tra il pubblico.
Basti pensare al mesto risultato di “All Together Now” nella versione “kids” andata in onda la sera di Natale del 2021. Il motivo di questo fenomeno, sta sostanzialmente in una certa ripudiabilità — non naturalmente nei bambini in quanto tali — ma in un loro protagonismo negli show. Detto ciò, dopo molto tempo, era giusto tentare e quanto pare l’esperimento è più che riuscito. Bisogna segnalare anche che tra poco debutterà un altro programma incentrato sui bambini che è quello di Chiambretti (“La Tv Dei 100 E Uno”) in partenza su Canale 5, da mercoledì sera.
Nel caso di “The Voice Kids” bisogna ammettere che costruire un programma con protagonisti i bambini è risultato essere più semplice, poiché in fin dei conti si è partiti da un format di successo — lasciando invariati anche i coach, ad esempio — provinando non gli over ma i kids. Anche lato costi, per la stessa Rai, è molto conveniente poiché l’infrastruttura sottostante è la medesima.
Non addentrandomi più di tanto sul programma in sé, lato editoriale e tecnico, di cui si è già trattato ampiamente nella recensione ad hoc, voglio concentrarmi sull’apporto al programma dei bambini che caratterizzano questa versione. Vedendo “The Voice Kids” ci si rende conto come si possa avere protagonisti i bambini e fare un ottimo spettacolo. La bravura e il talento di questi si è visto, grazie ad un casting sopraffino.
Si sono viste esibizione spettacolari, alcune quasi da Eurovision a livello di coreografie. I bambini hanno cantato canzoni di veri e propri mostri sacri, come Freddie Mercury o Mia Martini cavandosela alla grande. Alcuni, dalla timbrica della voce, sembrano essere più “adulti” dell’età che hanno, generando esibizioni molto godibili.
L’accennata demagogia, ce n’è stata veramente poca. In questi casi, il peggior fattore e la conseguente influenza negativa indotta nei bambini è data dai genitori che tendono a descrivere i figli in maniera eroica generando un’aspettativa che non può che essere negativa, soprattutto nel caso che l’esibizione deluda le aspettative. Durante la prima puntata si è assisto ad una frase talmente surreale di una mamma — non tagliata dal montaggio forse proprio per rimarcare la follia di questa — che è impossibile non riportare: “mia figlia ha imparato a parlare a sei mesi”. Sì, avete letto bene: sei mesi!
Il programma scorre bene come sempre e la formula è vincente. Un plauso ad Antonella Clerici che se già nella versione senior è particolarmente adeguata, nella versione “kids” non si sarebbe potuta scegliere conduttrice migliore. Tra l’altro, il vincitore rappresenterà l’Italia all’“Junior Eurovision Song Contest”.
La durata del programma, solo due puntate, penalizza non poco lo scopo del programma: il pubblico non è in grado di fidelizzare più di tanto con i bambini e questi non seguono un percorso di un certo numero di puntate; ma, del resto, data l’alea della versione “kids” non si poteva fare altrimenti. Per l’anno prossimo, sarebbe riconfermato con quattro puntate che renderanno il tutto più coeso e meno frettoloso.
Il lato sicurante più oscuro era quello dei famigerati ascolti. Anche perché il sabato sera con il ritorno dopo la scomparsa di Maurizio Costanzo di “C’è Posta Per Te” è molto impegnativo. Il programma è terminato ad un orario folle per l’ammiraglia Rai, ossia vicino all’una di notte contrastando fino all’ultimo Maria. I risultati ci sono stati e anche sorprendenti.
Se un 18% era prevedibile, il quasi 23% assolutamente no. Anche la finale andata in onda ieri (sabato, ndr.) ha retto alla grande segnando dati simili alla premiere. La leadership della De Filippi non è stata messa in discussione essendo ben distante, ma dalle curve ci accorgiamo come in alcuni punti — specie sul finale — i due programmi non avevano un gap particolare. L’edizione è stata vinta da Melissa Agliottone; l’anno prossimo si auspica che la finale sia in diretta affinché si apra il tele voto, metodo più adeguato per decretare il vincitore.
Considerati anche i bassi costi, la resa è stata eccezionale continuando la ripresa di Rai 1 nel difficilissimo, anzi diabolico fino a qualche tempo fa, giorno di sabato per l’ammiraglia.
(a cura di Tommaso Ranisi)