LE “COLPE” DI AMADEUS PER FRATELLI D’ITALIA? BENIGNI, MATTARELLA E GLI AGRICOLTORI

Chi segue la politica si è reso conto che (quasi) ogni volta che il Presidente Mattarella dice qualcosa, Fratelli d’Italia e Lega dicono l’esatto opposto. Una vera “guerra” che esiste anche in Rai, essendo controllata dal Governo. Tra le “vittime” illustri c’è Amadeus che infatti ha preso armi e bagagli e se n’è andato via a Discovery.

Si parla da Renato Franco che sul Corriere della Sera ha indicato degli episodi specifici, “come la richiesta ad Amadeus, da parte dei dirigenti meloniani, di incontrare a pranzo Pino Insegno e di ospitare a Sanremo Povia e Hoara Borselli”. Episodi che i diretti interessati non hanno smentito per poi passare a episodi gravi.

Ci pensa Dagospia che in più occasioni ha svelato per prima dei fatti che sembravano surreali e invece era tutto verissimo. Torniamo indietro di due mesi, Sanremo 2024 con la protesta degli agricoltori che manifestavano bloccando le strade di tutta Italia e avrebbero dovuto salire sul palco dell’Ariston per leggere un comunicato.

“Amadeus, da subito, in conferenza stampa, si disse disponibile a dare voce alle istanze della protesta, ma quando la trattativa Palazzo Chigi-trattori si arenò, dai vertici di Tele-Meloni arrivò un dietrofront improvviso: nessuno spazio ai manifestanti anti-governativi (La Ducetta non si tocca)”, sottolinea Dagospia a chiare lettere.

Da lì scaturì secondo un confronto molto acceso tra Amadeus e Giampaolo Rossi che si concluse con “l’accordicchio di far leggere al conduttore una breve lettera di una parte degli agricoltori incazzati”. Da quel momento si capì che la vita in Rai era ormai segnata, essendo solo l’ultima di tante pressioni esercitate dai vertici.

Tutto inizia però a Sanremo 2023 con il memorabile intervento di Roberto Benigni in difesa della Costituzione, accolto dagli applausi del pubblico e di un ospite d’eccezione, il Presidente Sergio Mattarella. Qui ci fu un doppio scontro secondo Dagospia: da una parte le ire di Fratelli d’Italia e di Meloni con la sua “ansia di premierato”.

E dall’altra parte “l’autoritarismo di Presta nel considerare Amadeus nient’altro che un burattino ebbe il suo capolinea l’anno successivo con lo sfanculamento dell’agente”, scrive Dago. Ovvero, pur nella gioia e onore di avere Benigni e Mattarella, Amadeus lo venne a sapere all’ultimo momento benché direttore artistico della kermesse.

Sfinito dalle decisioni a sua insaputa dell’agente e sfiancato dalle ire di Fratelli d’Italia, Amadeus ha maturato l’idea prima di lasciare Presta e poi l’Azienda. C’è stato un vano tentativo in extremis del democristiano Roberto Sergio, l’ad Rai in uscita, di convincerlo a rimanere. Ora c’è Discovery, tanti soldi certo ma la libertà vale più di tutto.

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