ALDO CAZZULLO: LA RAI DOVEVA TUTELARE AMADEUS AL POSTO DI CREARGLI PROBLEMI

ALDO CAZZULLO: LA RAI DOVEVA TUTELARE AMADEUS AL POSTO DI CREARGLI PROBLEMI

Aldo Cazzullo, tra le più grandi firme del giornalismo e apprezzato volto di La7 con “Una Giornata Particolare”, entra nel dibattito sull’ormai certo addio di Amadeus alla Rai e il conseguente approdo su Nove.

L’occasione arriva dalla posta dei lettori del Corriere della Sera. La signora Anna scrive che “malgrado i soldi che la Rai gli ha dato, tutto ha un limite” mentre Sandro si chiede se davvero Amadeus va via per le imposizioni politiche.

Amadeus — a meno di colpi di scena — non lascia la Rai perché non vuole andare a pranzo con Pino Insegno, ma perché vuole scegliere lui con chi andare a pranzo. Ovvio che il motivo principale, quando uno cambia lavoro, è avere più soldi e più libertà, anche di creare qualcosa di nuovo.

Le ultime indiscrezioni parlano di un grande evento musicale, quasi una sorta di Sanremo di Nove, e del revival dei Soliti Ignoti, i cui diritti sono in scadenza. Per Cazzullo il nodo principale riguarda però il modus operandi della Rai.

Un personaggio pubblico di successo come Amadeus ha molti vantaggi e qualche onere, il più grave dei quali è affrontare una notevole serie di rotture di scatole. Un editore o più in generale un datore di lavoro lungimirante avrebbe interesse a proteggere i suoi fuoriclasse, risolvendo o meglio prevenendo il maggior numero possibile di rotture di scatole; dovrebbe al contrario evitare di creargliene.

Amadeus, prosegue Cazzullo, “non è un uomo di sinistra (certo, rispetto a Delmastro o Lollobrigida è di sinistra pure Topo Gigio; ma questo è un altro discorso). Nessuno sa se Amadeus voti o cosa voti”, poi aggiunge:

Amadeus è un fuoriclasse che lavora con gli artisti. E tra gli artisti non da oggi si porta di più Sodoma e Gomorra che la triade Dio patria e famiglia; detto meglio, è più facile — a parte Povia si intende — trovare fluidità e libertà che non tradizione e posizione del missionario.

In tutto questo caos, gode Nove che ha già accolto con successo Fabio Fazio e il suo Che Tempo Che Fa e si appresta a dare il benvenuto ad Amadeus. “Nove da sgabuzzino della tv a Lampedusa”, ha ironizzato Crozza.

In ogni caso, la perdita di Fazio e — se confermata — di Amadeus rappresenta una sconfitta per la Rai. Contro di loro sarà usato il tema del martirio — che nessuno dei due ha cercato né rivendicato — e dei soldi. Eppure la destra dovrebbe essere la prima a sapere che la ricchezza, se ottenuta onestamente e in parte redistribuita con le tasse, non è una colpa, è un merito.

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